martedì 26 aprile 2011

La divisione delle acque ad opera di Mosè potrebbe non essere un fenomeno divino, bensì un fatto scientifico


E bene sì.. la divisione delle acque del Mar Rosso ad opera di Mosè, per portare in salvo gli Israeliti inseguiti dagli Egiziani, descritta nell'Antico Testamento, potrebbe non essere un fenomeno divino, bensì atmosferico. E' quanto affermano i ricercatori dell'Università del Colorado e del National Centre for Atmospheric Research; utilizzando una simulazione compiuterizzata, sono stati in grado di ricostruire l'evento descritto nella Bibbia, avvenuto però grazie a venti e moti ondosi particolari.

Secondo Carl Drews responsabile di questa scoperta scientifica, il fenomeno non sarebbe avvenuto nel Mar Rosso, come scritto nell'Antico Testamento, ma nel Lago Manzala, situato sul delta del Nilo, vicino il Mediterraneo.

La divisione delle acque afferma Drews, può essere spiegata attraverso modelli fluido-dinamici, il vento sposta l'acqua grazie a leggi compatibili con la fisica, dando origine così ad una lingua di terra asciutta nel centro, ed ad entrambi i lati l'acqua, che dopo un certo periodo di tempo si richiude.

Carl Drews ha passato anni a studiare questo fenomeno atmosferico ricostruendo passo per passo tutta l'area morfologica del delta del Nilo; secondo i suoi calcoli, un vento di circa 100 km/h che soffia per 12 ore da est, avrebbe potuto creare un passaggio asciutto lungo circa 3 km e largo 5 km, che sarebbe potuto rimanere aperto per ben 4 ore. Successivamente Drews ha ricostruito questo fantastico evento, grazie ad una straordinaria simulazione conpiuterizzata, che gli ha permesso di identificare la zona in cui l'incredibile avvenimento si sarebbe potuto verificare; esattamente, come avevamo detto prima, il Lago Manzala, situato in Egitto, nella regione del Delta del Nilo, precisamente tra il ramo di Damietta ad ovest ed il Canale di Suez ad est, è separato dal Mediterraneo da un cordone litoraneo; il quale è attraversato da una strada che collega Damietta a Port Said.

di Camilla Lombardozzi

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